«Questo libro di Achille Occhetto ha la natura di un giornale di bordo. Le
sue pagine consegnano a chi legge il resoconto di una complicata navigazione. Di un
viaggio tortuoso, in cui l’autore registra con veridicità e passione il va e vieni, gli
intoppi e le oscillazioni della sua ricerca. E la ricerca prende le mosse da una
convinzione meditata e “inattuale”: quella secondo cui l’agire politico deve avvalersi
degli esiti dell’indagine intellettuale, sia essa dovuta allo sviluppo dell’impresa
scientifica o alle avventure di idee dell’esplorazione filosofica. Il tema dominante è
quello del rapporto fra necessità e libertà. Occhetto imbraccia, sin dalle prime pagine,
la sua lanterna di Diogene e si impegna a gettar luce su una vasta gamma di problemi e
di dilemmi che si delineano a chi si metta in viaggio alla ricerca dello spazio della
libertà umana. «Il viaggio è tortuoso: vi sono incontri ineludibili e incontri
inaspettati. Così, la ricerca assomiglia a un vagabondaggio à la Montaigne nei territori
di differenti saperi, a partire da quelli scientifici e filosofici. [...] Achille
Occhetto è una persona che ha dedicato la sua vita alla politica come vocazione. È stato
un leader politico che si è assunto, soprattutto nel corso degli anni Ottanta e Novanta
del secolo breve, responsabilità severe e si è impegnato come dirigente in scelte tanto
difficili quanto lungimiranti per le prospettive di una sinistra fin de siècle che
traghettasse il meglio della sua tradizione in un progetto innovativo e sperimentale,
abbandonandone con consapevolezza il peggio, i tratti oscuri e condannati senz’appello
dalla storia e dallo sviluppo di complesse trasformazioni e vicende. Occhetto è stato,
negli anni dell’incertezza e dell’inaspettato, nel giro di boa affannoso di fine secolo,
l’ultimo segretario del Pci e il primo segretario del Pds. Questa passione persistente
per l’impegno politico e civile è, nelle pagine di Pensieri di un ottuagenario, il vero
motore della ricerca. Ne è la motivazione radicale». (Dall’Introduzione di Salvatore
Veca)
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«Questo libro di Achille Occhetto ha la natura di un giornale di bordo. Le sue pagine consegnano a chi legge il resoconto di una complicata navigazione. Di un viaggio tortuoso, in cui l’autore registra con veridicità e passione il va e vieni, gli intoppi e le oscillazioni della sua ricerca. E la ricerca prende le mosse da una convinzione meditata e “inattuale”: quella secondo cui l’agire politico deve avvalersi degli esiti dell’indagine intellettuale, sia essa dovuta allo sviluppo dell’impresa scientifica o alle avventure di idee dell’esplorazione filosofica. Il tema dominante è quello del rapporto fra necessità e libertà. Occhetto imbraccia, sin dalle prime pagine, la sua lanterna di Diogene e si impegna a gettar luce su una vasta gamma di problemi e di dilemmi che si delineano a chi si metta in viaggio alla ricerca dello spazio della libertà umana. «Il viaggio è tortuoso: vi sono incontri ineludibili e incontri inaspettati. Così, la ricerca assomiglia a un vagabondaggio à la Montaigne nei territori di differenti saperi, a partire da quelli scientifici e filosofici. [...] Achille Occhetto è una persona che ha dedicato la sua vita alla politica come vocazione. È stato un leader politico che si è assunto, soprattutto nel corso degli anni Ottanta e Novanta del secolo breve, responsabilità severe e si è impegnato come dirigente in scelte tanto difficili quanto lungimiranti per le prospettive di una sinistra fin de siècle che traghettasse il meglio della sua tradizione in un progetto innovativo e sperimentale, abbandonandone con consapevolezza il peggio, i tratti oscuri e condannati senz’appello dalla storia e dallo sviluppo di complesse trasformazioni e vicende. Occhetto è stato, negli anni dell’incertezza e dell’inaspettato, nel giro di boa affannoso di fine secolo, l’ultimo segretario del Pci e il primo segretario del Pds. Questa passione persistente per l’impegno politico e civile è, nelle pagine di Pensieri di un ottuagenario, il vero motore della ricerca. Ne è la motivazione radicale». (Dall’Introduzione di Salvatore Veca)